Percorsi di valutazione
Helmut Van Warthurg
La pagella di Giovanni
Prima classe: la storia del principe dei fiori
In un bel castello viveva un tempo un principino che tutti chiamavano principe dei fiori. Egli aveva infatti un giardino meraviglioso dove crescevano i fiori più meravigliosi, ciascuno dei quali, oltre ad essere bello, possedeva anche una forza magica speciale. Quando il principe ne coglieva uno giallo come l’oro, di quelli che stavano proprio al centro del giardino, subito intorno a lui si accendeva un riflesso luminoso, gioia e gentilezza irraggiavano dai suoi occhi e nessuno riusciva ad essere in collera con lui. Tutto ciò che chiedeva gli veniva concesso e non era proprio possibile dirgli di no. Vi erano anche dei fiori rossi fuoco e quando lui prendeva in mano uno di questi si sentiva pieno di voglia di lavorare e si applicava a lungo e con zelo. Qualche volta pero gli capitava di cogliere un fiorellino punteggiato e allora gli saltavano in mente dispetti di ogni genere, ed eccolo tirare i capelli agli spiritelli del bosco o sgattaiolare sotto il manto delle fate oppure punzecchiare i compagni di gioco fino a far scoppiare delle baruffe. Se infine coglieva una campanula azzurra questa gli dava la forza di starsene silenzioso ed attento a contemplare le meraviglie del mondo e ad ascoltare la voce degli animali, degli uccelli e delle persone sagge. Io spero che d’ora in poi egli voglia scegliere sempre di ogni specie di fiore quello giusto.
In seconda
La pagella di questo scolaro era costituita da un disegno fatto per lui dal maestro e raffigurante il principino e il suo meraviglioso giardino fiorito.
Caro Giovanni, fin dal primo giorno sei venuto a scuola con tre buone qualità: un bel carattere allegro e cordiale, una mano sicura ed attiva e una grande ammirazione per le cose belle che ci sono al mondo, e fino ad ora hai conservato intatti questi tesori. Ogni giorno entri in classe allegro e soddisfatto e dimostri di essere lieto di partecipare a tutto quello che si fa. Hai seguito con entusiasmo tanto il calcolo che la lettura, le canzoncine francesi che abbiamo imparato, la recitazione e il canto del salmo. Hai fatto tutto volentieri, sei sempre stato pronto e quindi hai fatto progressi. Sai recitare discretamente le varie numerazioni e quando ci sono dei calcoli nuovi da risolvere ti impegni per trovare il risultato esatto. Lo stesso posso dire per le lingue straniere tanto che durante la recita in francese dei “Quattro musicanti di Brema”, in cui avevi la parte del capo-brigante, sembrava quasi che tu fossi nato a Parigi tanto la pronuncia è stata buona.
In complesso le cose sono andate come per il principe della storia che, nel suo giardino, aveva tre specie di fiori ciascuna delle quali gli comunicava una forza diversa. Ma anche tu, come lui, ogni tanto hai scambiato il fiore rosso con quello punteggiato e allora hai creduto di poter partecipare a tutte le monellerie con la stessa vivacità e lo stesso impegno con cui seguivi le mie spiegazioni. Ecco allora scoppiare una gran baraonda e in classe risuonavano risate, bisticci e chiasso. Qualche volta c’è voluto un piccolo temporale perché il principino capisse di aver sbagliato fiore e si precipitasse a coglierne un altro che lo aiutasse a riprendere il lavoro più seriamente. Eccoti una poesia che spero ti aiuti ad usare meglio le buone qualità che ti sono state date.
Nel sole d’oro, alto lassù nel cielo,
nella lunare chiarità d’argento,
nelle stelle che brillano serene,
nella pianta fiorita sullo stelo,
nell’animale sempre in movimento,
nel sasso che ci porta e ci sostiene,
continuamente è vigile ed attiva
la parola di Dio grandiosa e viva.
Ed essa vive sempre nel mio pensiero,
agisce sempre nel mio sentire,
opera senza tregua nel mio agire,
se con l‘aiuto che da Lui proviene,
la mia mente è rivolta sempre al bene.
Al termine della quinta classe
Eccoti giunto a metà del tuo cammino scolastico e in procinto di avviarti alle classi superiori. E’ il momento di pensare a quello che hai conseguito a scuola e a quello che insieme ci resta da conquistare. Un carattere allegro e aperto, la voglia e il gusto di lavorare, la capacità di ammirare le meraviglie del mondo e di goderne, sono tre buone qualità che avevi in prima e che hai conservato durante questi anni di scuola. In quinta, con le tue risposte pronte e i tuoi lavori ben fatti, hai dato molte soddisfazioni ai tuoi insegnanti. Hai seguito con attenzione le lezioni sulla mitologia greca e spesso sei stato in grado di ripetere la storia ascoltata il giorno precedente e di rispondere durante le lezioni di zoologia, botanica e geografia che hai seguito attivamente. Nelle recite ti sei impegnato attivamente: come servitore in “Cenerentola” hai imparato benissimo a fare i tuoi inchini e avevi proprio l’aria del vero cortigiano. Nella recita di fine anno hai gracidato con energia nel coro delle ranocchie dando l’intonazione giusta anche agli altri. Ed ora veniamo a quello che ancora non va molto bene e che dovrai imparare negli anni prossimi. Prima di tutto la costanza: spesso succede che tu inizi bene un compito, poi d’improvviso, c’è qualcosa che ti va di traverso, che ti distrae e ti fa pensare che ci sia qualcosa di meglio da fare di quello che stai facendo. Ecco una mosca che vola da mostrare a tutti o uno scarabocchio su un foglietto per fare ridere i compagni! I tuoi progressi quindi non sono stati costanti e non sempre hai raggiunto risultati corrispondenti alle tue capacità. Nel quaderno di botanica, per esempio, hai iniziato a scrivere proprio bene, con ordine e belle calligrafia. Io ne ero molto contento e pensavo: “Giovanni sta andando proprio bene, finalmente ha una bella scrittura”. Ma qualche mese dopo, durante il periodo di storia, ecco che il tuo quaderno ha ripreso il suo aspetto dei vecchi tempi, tutto cancellature, correzioni e pasticci. Se ti fossi impegnato questo non sarebbe successo perché oramai avevi imparato a scrivere bene. Stai dunque attento a non farti sfuggire le conquiste raggiunte. E’ così prezioso quello che hai ottenuto con fatica che bisogna far di tutto per conservarlo e migliorare! Nella tua prossima pagella spero di poter parlare di tutte le materie come in questa ho fatto per alcune.
Pagella finale al termine dell’ottava classe
La tua pagella dell’anno scorso terminava coll’augurio che l’anno seguente avrei potuto dirti : “Tutto è bene ciò che finisce bene”. E difatti l’anno è finito bene perché nella recita di chiusura, la Turandot, nella quale avevi la parte di Truffaldino, hai dato davvero una splendida interpretazione. Il tono, i gesti, la pronuncia, l’atteggiamento, tutto era come doveva essere e la parte del carceriere millantatore, sicuro di sé e avido, risaltava magnificamente. So bene che all’inizio non tutto filava così liscio e che questo brillante risultato è stato il frutto di un duro lavoro. Tuttavia non posso dire che tutto sia andato sempre bene: a volta hai degli atteggiamenti critici e taglienti e spesso le tue chiacchiere petulanti hanno offuscato i tuoi buoni risultati. Non sempre i quaderni sono curati, spesso parli incessantemente quando sarebbe meglio tacere, mentre quando c’è da rispondere te ne stai a bocca chiusa. Io mi auguro che riuscirai a migliorare anche in questo e che, nelle classi superiori, dedicherai alla scuola le tue forze migliori, senza confondere il vero umorismo, che ci vuole sempre, con la sfacciataggine. Intanto voglio ricordare ancora alcuni aspetti positivi. La tua esposizione su un’isola dell’Africa, per esempio, era piena di notizie interessanti, ti sei espresso correttamente anche se qualche volta hai fatto qualche pausa un po’ troppo lunga. Alle lezioni di storia e di geografia ti ho visto seguire con attenzione e all’esame hai dimostrato di sapere molte cose sul continente asiatico che era stato studiato durante l’anno. Sempre all’esame è risultato che in complesso hai compreso il programma di matematica e di geometria anche se a volte ti sfuggono ancora degli errori. In uno dei tuoi componimenti hai riportato il giudizio: “Si vede che sai svolgere gli argomenti in modo autonomo”, ed è un giudizio incoraggiante per la scuola superiore in cui stai per entrare e dove dovrai lavorare da solo a perfezionare le tue conoscenze e le tue capacità.
Relazioni ai genitori
La relazione dell’insegnante Anna Tabet mostra come sia possibile ispirarsi a criteri che tengano conto della globalità dell’allievo visto come personalità in evoluzione. Le fasi vissute dallo scolaro non vengono valutate e giudicate in base ai risultati esteriori conseguiti ma questi risultati vengono compresi alla luce delle trasformazioni verificatesi durante l’anno nel complesso della personalità del bambino.
La pagella di A.
(Classe Terza)
Il temperamento prevalentemente collerico di A. si afferma sempre più. Pur essendo generoso e sinceramente affettuoso è talmente immerso nella propria egoità e nei propri sentimenti e pensieri che non ascolta e riconosce autorità alcuna. Il suo entusiasmo abbraccia tutto e si accompagna ad un‘ intelligenza vivace che gli consentirebbe risultati brillanti se i suoi slanci impulsivi e prepotenti non gli giocassero qualche volta il tiro birbone di precipitarlo in una interpretazione errata dalla quale a fatica si riesce a farlo recedere. Quest‘ anno, occupato dai nuovi interessi della terza classe, è un po’ meno trasognato ed ha dimostrato interesse per l‘ aritmetica come calcolo, meno nei problemi, nel disegno geometrico e nelle cartine geografiche. L’hanno entusiasmato la geografia astronomica, le scienze e la storia, meno l’italiano. Nel tema si lascia spesso trasportare a sognanti spunti lirici trascurando la connessione col tema e l’ortografia. In pittura e disegno denota uno spiccato senso del colore e della prospettiva minore senso della forma e spirito di osservazione. Nel lavoro manuale si applica con ardore e a volte si sforza di dominare l’impazienza e la fretta. A. sarebbe un ottimo scolaro se avesse maggiore comprensione per la disciplina e l’autodisciplina, sotto questo aspetto e incredibilmente infantile e immaturo.
Dove ti spingi mai, Icaro?
Scendi!
Verso l‘astro divino troppo tendi, con le ali che Dedalo ti diede.
Ascolta il suo richiamo ed abbi fede!
Tu, del grave pericolo incosciente, ti credi forte e sei solo
imprudente.
Tratto da: Helmut Von Wartburg. La professione del maestro.
Traduzione dal tedesco di Giannina Noseda. Filadelfia Editore (per gentile concessione dell’editore)