La nascita della prima scuola
brano tratto dal libro: “Rudolf Steiner e l’Antroposofia” di Frans Carlgren
(…) La costruzione del Goetheanum attirò sul movimento antroposofico l’attenzione di un pubblico sempre maggiore. Entravano ora a far parte del movimento personalità che non volevano soltanto avere qualcosa per sé, ma volevano dare. Erano disposte ad offrire le loro capacità professionali, le loro particolari specializzazioni, in breve tutta la loro energia lavorativa.
Non era Rudolf Steiner ad «assegnare» compiti. I soci venivano a chiedergli consigli ed egli li aiutava con tutte le sue forze. Ma erano loro a dover prendere tutte le decisioni. Soltanto così l’antroposofia poté diventare un grande impulso senza invadere il campo della volontà altrui. Nacquero così i movimenti affiliati, le cosiddette «figlie» dell’antroposofia.
(…) L’idea della tripartizione dell’organismo sociale aveva suscitato interesse a Stoccarda, soprattutto nella grande fabbrica di sigarette Waldorf-Astoria. Operai ed impiegati avevano accolto alcuni cenni che Steiner aveva fatto dei suoi principi pedagogici. Tutti desiderarono per i loro figli un nuovo metodo di educazione.
Il direttore, Emil Molt, appagò quel desiderio: investì un capitale, fornì i locali adatti all’istituzione di una scuola e pregò Rudolf Steiner di prepararne gli insegnanti.
Steiner era stato come predestinato a quella mansione dalI’esperienza eccezionalmente ricca compiuta da giovane. Egli aveva già tentato, precedentemente, di svegliare uno speciale interesse per la pedagogia nel movimento antroposofico. Nel 1907, infatti, aveva trattato in una esposizione importantissima la “Educazione del bambino secondo la scienza dello spirito”, che venne poi pubblicata in opuscolo. Egli mostrò come una giusta comprensione delle leggi che governano il divenire del fanciullo e dell’adolescente dovesse per forza propria sfociare in una pedagogia completamente nuova.
Un piccolo gruppo di persone, per la maggior parte giovani, abbandonarono le loro precedenti occupazioni per diventare insegnanti della Scuola Waldorf. Ricevettero da Steiner stesso la preparazione indispensabile. Furono tenute, per loro, due conferenze al giorno: una su «antropologia generale», I’altra su «metodo e pratica dell’insegnamento». Fu inoltre istituito un seminario per esercitazioni pratiche.
La prima conferenza sull’antropologia generale comincia così: «Riusciremo nel nostro intento se lo considereremo non solo come riguardante l’intelletto e il sentimento ma anche come rivolto al conseguimento del più alto livello spirituale-morale».
Questo fu il compito: aiutare l’entita animico-spirituale del bambino, venuta sulla terra dopo un’esistenza pre-terrena, a orientarsi nel mondo fisico e a fortificarsi per la vita.
Rudolf Steiner mostra come l’essere umano in divenire avanzi per un difficile cammino le cui tappe faticose sono ben riconoscibili: esse corrispondono al successivo sorgere di necessità materiali e morali ben determinate. Il piano di studi e il metodo da adoperare nella futura scuola furono concepiti per corrispondere, per quanto possibile, a queste necessità.
Steiner non diede ai suoi uditori un insieme di «ricette pedagogiche». Al contrario dimostrò loro come la pedagogia non debba mai essere applicata in maniera stereotipata, perché allora inaridisce e muore.
L’educazione è una ‘Arte’ nella quale l’educatore si deve addestrare. Quell’arte è da un lato rigidamente disciplinata da una legge fissa, cioè dalla necessità di seguire con la massima avvedutezza lo sviluppo naturale ed autentico dell’alunno, dall’altro lascia all’educatore una piena libertà di iniziativa personale.
Steiner offrì una quantità incommensurabile di feconde indicazioni. La sua pedagogia traccia soprattutto ad ogni educatore il cammino per una severa educazione di se stesso. A colui che segue tale via con perseveranza i fanciulli stessi insegnano a poco a poco come egli debba insegnare.
Questa confortante idea entusiasmò i neo-educatori.
Il 17 settembre 1919 la Scuola Waldorf fu solennemente inaugurata.
Tutte le materie insegnate furono improntate all’arte. La pittura, il canto ecc. furono inseriti in ogni programma, specie nelle prime classi.
Le nozioni comunicate non dovevano essere rivolte solo all’intelletto del fanciullo. Si doveva cercare sempre di farle agire in maniera veramente formatrice sul sentimento e sulla volontà, perché a scuola il bambino va «tutto intero» e non soltanto «con la testa».
Tra gli allievi e i maestri si stabilì immediatamente una relazione di assoluta franchezza e di cordiale calore.
I fanciulli si recavano volentieri a scuola e ben presto il reclutamento si estese all’intera città. Alla morte di Rudolf Steiner la scuola contava già circa 900 alunni.
La maggior parte dei genitori era costituita da «non antroposofi»; la scuola Waldorf non aspirava affatto a divulgare una particolare concezione del mondo e della vita.
La sua reputazione aumentò anche all’estero. Professori di altre scuole, del tutto ignari di antroposofia, cercarono di informarsi circa la pedgogia Waldorf.
Steiner venne loro incontro con gioia, convinto che il metodo della sua pedagogia poteva rendere fecondo l’insegnamento in «qualsiasi» scuola.
In Germania, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Steiner tenne un’ampia serie di conferenze pedagogiche basilari, invitato da insegnanti di differenti istituzioni scolastiche. Ma, affinché fosse possibile un’attività pedagogica molto estesa, bisognava che ci fossero delle «scuole modello» in cui la nuova pedagogia venisse praticata da un corpo insegnanti composto di antroposofi. A tal fine Rudolf Steiner si dedicò in particolar modo a perfezionare la scuola di Stoccarda.
Da Dornach vi si recò costantemente per assistere alle riunioni dei professori. Sotto la sua direzione quelle riunioni divennero un «seminario pedagogico permanente» che lasciò un ricordo indimenticabile in coloro che vi parteciparono. Rudolf Steiner vi si manifestò, in tutta l’estensione del termine, «maestro dei maestri».
Le sue visite nelle classi erano delle vere e proprie feste. Egli amava i fanciulli dal piu profondo del suo cuore e i fanciulli lo ricambiavano di pari affetto. Una volta disse che pensava ogni sera a ciascuno degli allievi della Scuola Waldorf.
Dopo la morte di Steiner, la pedagogia «Waldorf» divenne largamente nota. Il Terzo Reich ne ordinò la chiusura, ma dopo la seconda guerra mondiale un grande numero di nuove scuole Waldorf fu fondato in Germania e altrove.