Musica dalla prima alla sesta

di Maurilio Braga

Nella nostra scuola sin dall’asilo i bambini iniziano a cantare. I loro canti sono semplici filastrocche di poche note, come ad esempio “la bella lavanderina”, ai quali sono abbinati semplici gesti; oppure molti “Giro, girotondo”. Anche nelle prime classi elementari si utilizzano semplici canti di poche note, soprattutto nell’ambito “pentatonico”. La scala pentatonica è una particolare scala formata da soli cinque suoni, che possono essere DO RE MI SOL LA, DO RE FA SOL LA; oppure RE MI SOL LA SI, con la caratteristica di non avere intervalli, cioè la distanza tra un suono e l’altro, cosiddetti “piccoli”, ovvero semitoni. Quindi queste note sono tutte importanti allo stesso modo e ogni loro combinazione è bella e armoniosa. Questa scala fu usata anticamente dall’umanità e importanti civiltà, come ad esempio quella cinese e quella giapponese, la utilizzano ancora. Così il bambino sperimenta questo sentire antico che l’uomo ha vissuto prima della modalità greca e romana, ripercorrendo tappe importanti dell’evoluzione umana.

Nella prima classe, oltre al canto, i bambini giocano con suoni e rumori della natura cercando di sonorizzare storie, racconti o anche solo canti, nei quali si parla del vento, della pioggia, ecc., per mezzo di legnetti, sassi, conchiglie, foglie. E’ importante anche preparare canti che poi potranno essere suonati con il piccolo flauto pentatonico. Il momento della presentazione del flauto
pentatonico è molto atteso e vissuto intensamente dai bambini, grazie alla preparazione che accompagna il suo arrivo. Il canto e il flauto vengono esercitati ogni giorno ed è molto importante questo impegno giornaliero, perchè il bambino possa far proprie le qualità musicali, quali: l’intonazione, la memoria musicale, l’agilità e la spontaneità nella pratica, per poi utilizzarle nella coralità della classe. Così viene coinvolto non solo il sentire, ma, nell’esercizio quotidiano, la volontà e, nella pratica corale, la socialità.

Nella seconda classe, si canta e soprattutto si suona ancora nell’ambito pentatonico. Si propongono canti con maggior estensione, aggiungendo alcune note all’acuto. Con il flauto si pone maggior cura ad un’articolazione più agile, suonando i canti prima lentamente, poi aumentando gradualmente la velocità, sempre nei limiti delle capacità dei bambini di quest’età. Giochi come il riconoscere una nota suonata dal maestro o da un compagno, voltando le spalle alla classe, oppure intonando un certo canto per poi proseguirlo mentalmente e ritornare a cantarlo tutti insieme e vedere se si è mantenuto il tempo uguale, sono sempre apprezzati dai bambini, che, divertendosi, acquisiscono basilari e importanti facoltà musicali.

La terza classe è la classe del grande passaggio dal pentatonico al diatonico, (tutta la scala con le sette note); dall’imitazione e dalla memoria si passa alla scrittura, al riconoscimento e alla lettura delle note e dei loro valori. I bambini dimostrano entusiasmo e voglia di imparare, perciò è molto importante sostenerli, incoraggiandoli, ma anche
esortandoli ad allenarsi a casa con ritmo costante e quotidiano. E’ di grande aiuto l’interesse che mostrano i genitori verso questi esercizi e verso i progressi dei loro bimbi, come pure il richiedere dei concertini, mostrando di apprezzarli sinceramente. Tutto ciò è uno stimolo interiore per invogliare l’impegno costante. Nella terza classe incontriamo un altro momento particolare, che consiste nella presentazione degli strumenti dell’orchestra. Si invitano i maestri di violino, violoncello, flauto, ecc. a presentare il loro strumento e a suonare brani caratteristici del proprio repertorio. Poi i bambini possono provare individualmente gli strumenti e confrontarsi direttamente con essi. Dopo queste presentazioni, si ascoltano le loro impressioni, le loro preferenze e si decide se assecondare queste loro simpatie per l’uno o l’altro strumento, oppure si decide di aspettare che si rinfranchino nel canto, nel flauto dolce o nella lettura delle note.

Così dalla quarta classe chi è stato ritenuto pronto per lo studio di uno strumento dell’orchestra riceve lezioni private e nel momento in cui ha acquisito padronanza dello strumento si affianca ai compagni che suonano i flauti dolci, formando gradualmente l’orchestra di classe. Attraverso questo nuovo modo
di lavorare con la musica, l’impegno individuale sfocia in un’attività collettiva nella quale ognuno sperimenta l’importanza di sè e degli altri: il distrarsi e il non essere presenti interiormente distrugge immediatamente l’armonia creata dalla pluralità delle voci. Lo sforzo dell’insegnante è rivolto a far percepire ai bambini questa particolarità del suonare insieme: che ognuno, appunto, sia presente e attento alla propria esecuzione della melodia e senta di essere parte di un gruppo che procede insieme, ascoltandosi. Si sviluppa così un “sentire sottile”, si affina il sentire, inteso non solo come qualità musicale ma come qualità costituente l’essere umano che vive di relazioni. Questo tipo di impegno può essere richiesto solo a bambini che hanno superato il nono anno e che hanno quindi raggiunto una propria individualità. A quest’età sperimentano con più coscienza se stessi e perciò si può richiedere loro una maggiore partecipazione individuale. Dalla quarta classe si inizia a praticare anche il canto a più voci, utilizzando inizialmente canoni semplici a due voci, per poi affrontare canoni complessi e canti con melodie diverse non a canone.

In quinta classe si esercitano canti a due voci e canoni a tre e quattro voci. I ragazzi sanno ancora esprimere entusiasmo e accettano volentieri i canti proposti, ascoltano consigli e correzioni, applicandosi con impegno. L’orchestra diventa un momento importante dove esercitare l’ascolto degli altri, la perseveranza e la pazienza, perchè si deve ripetere ogni frase musicale insieme alle altre voci, si deve suonare allo stesso ritmo, respirare come se si fosse un solo esecutore, iniziare insieme e terminare insieme. Si riprovano gli attacchi e gli stacchi, finchè non si raggiunge un buon affiatamento. Tutto questo viene preparato senza annoiare o stancare i ragazzi, che stanno imparando la difficile arte del suonare con gli altri.

Nella sesta classe, prendendo spunto dall’epoca di fisica acustica, si introduce l’argomento relativo agli strumenti musicali che vengono raggruppati, ne vengono descritte le caratteristiche e lo sviluppo nel tempo. Nell’ambito vocale si possono proporre canti a tre voci, prima omoritmici, dove tutte le voci hanno lo stesso ritmo,
poi eventualmente anche ad imitazione, dove lo voci si rincorrono. La preparazione di questi canti richiede maggior impegno e perseveranza perchè non è pensabile che essi risultino subito perfetti al momento di riunire le voci. La necessità di provare finchè il canto non fluisca con spontaneità e precisione – conquista della meta ambita – rappresenta un importante esercizio della volontà. E’ però confortante alla fine osservare i ragazzi soddisfatti del risultato raggiunto e rivedere con loro il cammino che li ha portati a questo risultato: gli sforzi intrapresi per superare difficoltà, scoraggiamento, pigrizia. Le stesse problematiche si incontrano anche durante l’orchestra di classe, perchè è sempre faticoso il cammino di acquisizione di nuove capacità musicali ed ogni nuovo brano strumentale ha in sè qualche ostacolo che va superato con l’esercizio e l’attenzione. Aiutare i ragazzi a raggiungere un atteggiamento di calma e ricettività è impegnativo ma importante per la loro crescita. La pratica musicale esercitata in questo modo, permette loro di acquisire quelle forze di cui avranno bisogno per affrontare e superare le difficoltà della vita.

La musica viene così ad essere, insieme alle altre materie scolastiche, non solo un momento di svago e di distensione, ma un momento educativo per la crescita individuale e sociale.