Le forze interiori dell’adolescenza

di Alfonso Piscitelli (dal sito www.larchetipo.com)

Se la scultura greca ha impresso una volta per tutte nei Küroi – le statue votive consacrate ad Apollo – la figura ideale dell’adolescente, la natura non cessa di generazione in generazione di plasmare le forme eteriche proprie alla stirpe umana nella sua prima giovinezza. Ma l’opera della natura è un’opera aperta e attende di essere completata dall’uomo, perciò un adolescente sano nel corpo e solare nell’espressione è il frutto congiunto delle forze naturali e degli impulsi spirituali trasmessi nel corso della fanciullezza dalla educazione: anzitutto l’impulso religioso, che sorge come sentimento della bellezza dall’ammirazione dei fenomeni maestosi del mondo sensibile. In quei fenomeni parlano forze divine, facilmente avvertibili da una mente ancora fresca.

Si avvicini il bambino allo splendore dei metalli, ad esempio al ferro, questo dono caduto dal cielo affinché gli uomini possano creare gli strumenti per la loro azione costruttiva sulla Terra. Il ferro lucente – in tutte le forme in cui esso è forgiato – facilmente trasmette l’idea che nelle profondità del regno minerale siano nascoste energie potenti che attendono di essere conosciute e utilizzate dalla volontà cosciente.

Il gioco all’aria aperta, nei giardini, nei parchi, in tutti i luoghi in cui la luce si congiunge al verde manto vegetale, può suscitare il sentimento di gratitudine nei confronti del Sole. E ancora, il preciso volo migratorio degli uccelli e l’operare delle api nell’alveare forniscono le immagini adeguate per comprendere come la saggezza divina governi il mondo. In tal modo il sentimento religioso fluisce nella maniera piú spontanea. Al contrario, non giova parlare ai bambini di un Dio astratto e “trascendente”, buono per i teologi bizantini, ma non per uomini nati in una civiltà chiamata a sperimentare il divino attraverso l’esperienza dei sensi. E soprattutto non giova fondare il sentimento morale sulla base di comandamenti negativi (Non…; non…; non…). L’anima non ha bisogno di liste di proibizioni, ma di modelli concreti da imitare: la generosità, la forza di carattere, la sincerità si inseriscono come forze fruttificanti nell’organismo del bambino quando egli le vede “in atto” nei comportamenti dei grandi che lo circondano. Per giovare alla volontà, i “comandamenti” dovrebbero avere possibilmente una formulazione positiva, come le massime etiche della saggezza greca.

Altro impulso fondamentale è quello rappresentato dalla educazione al movimento. Il fatto che i bambini sani tendano a correre senza freno, a saltellare come trottole, fa capire come per proteggere l’incolumità della casa vi siano soltanto due soluzioni: 1) legarli ad una sedia e non scioglierli mai piú, 2) incoraggiarli al movimento secondo le forme armoniose della danza, dell’euritmia, della ginnastica. In particolare la ginnastica, che dovrebbe essere una delle prime attività in comune tra genitori e figli, è feconda se riesce a trasmettere un sentimento di gioia legato all’avvertimento del crescere della propria forza, dell’ampliarsi delle proprie facoltà.

Vi è un momento in cui l’arte dell’educazione deve farsi piú discreta,piú sottile; è il momento in cui il ragazzo non può essere piú condotto per mano, anche se non ha ancora raggiunto la sua autonomia e per molti versi è ingenuo e indifeso. È il momento in cui ha inizio l’adolescenza e si accendono, insieme al corpo astrale, le passioni dell’anima. La forza dell’Io non è ancora completamente incarnata nell’adolescente; per capirlo basta osservare lo sguardo di un ragazzo di 15-16 anni e confrontarlo con lo sguardo di un ventenne. Nei casi di uno sviluppo sano si nota una chiara differenza: nel giovane che ha superato i 20-21 anni, come una scintilla si accende tra gli occhi: l’Io. L’individuo appare piú centrato in se stesso e meno suggestionabile. L’adolescente invece è spinto con tutte le sue forze ad afferrare quel “centro di gravità” che ancora non possiede: la forma dell’Io che come un sigillo darà una impronta inconfondibile al suo comportamento di adulto e gli permetterà di compiere la missione che è chiamato a svolgere sulla Terra. Per favorire questo processo, l’esercizio interiore piú fecondo del periodo dell’adolescenza è l’esercizio della venerazione. Il sentimento della venerazione per i grandi uomini, per gli esempi positivi, l’entusiasmo per i grandi ideali storici, nutrono l’interiorità. Quando l’anima si accende di un romanticismo non languido ma positivo per le grandi idee e i grandi uomini (che non è detto siano i piú famosi o i piú lontani) essa si espande e matura forze che saranno attive già nel settennio successivo all’adolescenza, tra i 21 e i 28 anni.

Se consideriamo l’attuale sistema scolastico e il mondo che circonda gli adolescenti di oggi, questi suggerimenti sembrano difficili da realizzare. La scuola è il regno della retorica, il mondo è pieno di miti di cartapesta. Il nostro tempo, cosí ricco di strumenti culturali e tecnologici, presenta un grave vuoto che dobbiamo colmare nella maniera piú rapida ed efficace possibile. Bisogna ricreare quelle associazioni per lo sviluppo spirituale dell’adolescenza (che sono esistite in ogni forma passata della civiltà), per trasmettere la Scienza dello Spirito nella forma adatta alle esigenze psichiche dei ragazzi tra i 14 e i 21 anni.

Questo compito si pone con particolare urgenza nelle nazioni germaniche. Mentre infatti nel mondo mediterraneo la spiritualità è come il latte e fluisce da madre a figlio, nel mondo nordico-germanico gli impulsi spirituali si trasmettono con particolare intensità da giovane uomo ad adolescente(1). L’immagine perfetta della religiosità mediterranea è la “Madonna Sistina” di Raffaello, la giovane Madre Celeste col suo Bambino. La spiritualità germanica trova la sua rappresentazione piú efficace nell’immagine del cavaliere che col rito della spada crea un nuovo cavaliere(2).

Fino all’inizio del secolo scorso organizzazioni come le Corporazioni Studentesche o il Movimento Giovanile dei Wandervögel conservavano ancora un ethos germanico e in maniera inconsapevole alimentavano il bisogno di una iniziazione giovanile. In seguito, la Mitteleuropa è divenuta sterile di iniziative del genere. Negli adolescenti si conservano ancora forze spirituali tanto potenti da esprimersi fin nel corpo fisico – si osservi lo splendore apollineo che irraggia dai volti dei giovani turisti nordici in visita in Italia – ma queste forze molto spesso si dissolvono sulla soglia dei venti anni, quando la natura comincia ad esaurire la sua linfa e dovrebbe essere supportata dall’esercizio scientifico-spirituale nel compito di vivificare l’organismo umano.

Eppure non è difficile conservare quello splendore solare-apollineo (che gli indú tecnicamente definiscono tejas): basterebbe meditare quel libricino che si intitola Wie erlangt man Erkenntnisse der höheren Welten?(3)

 

 

(1) Scriveva Thomas Mann nelle Considerazioni di un impolitico composte durante la I Guerra Mondiale per difendere i valori culturali dell’Europa dagli attacchi della propaganda occidentale: «Se osserviamo un allievo ufficiale tedesco sull’attenti davanti a un camerata ufficiale appena piú vecchio di lui, non possiamo fare a meno di notare un entusiasmo e un sentimento umano mescolati ad una sorta di gioco romantico. Questa obbedienza di tipo cavalleresco è espressione di un piú alto sentimento della vita». Ed è espressione un po’ rigida – aggiungiamo noi – di quel rapporto spirituale a cui si accennava sopra.
(2) In Italia le due forme di spiritualità convivono, dal momento che gli Italiani (considerati da Rudolf Steiner un popolo germanico!) congiungono nella loro civiltà l’antico retaggio mediterraneo con i nuovi impulsi spirituali sorti dalle “Migrazioni dei Popoli” dell’alto Medio Evo.
(3) Come si conseguono conoscenze del mondo superiore?, ovvero L’Iniziazione di Rudolf Steiner.